Finora tutti i tentativi dei neuro scienziati di localizzare in precise aree cerebrali la coscienza o la memoria, sono fallite. E non sono localizzabili in nessuna specifica area cerebrale. Recentemante le neuroscienze hanno fatto un balzo in avanti, grazie alla meccanica quantistica. Iprogressi della neuroscienze ci hanno permesso di penetrare in profondità nelle microscopiche sottostrutture del cervello ben oltre il livello dei neuroni stessi, all'interno della loro struttura.La scoperta più significativa è stata che, nel cervello umano esistono strutture che sembrano designate alla cattura di effetti quantici. L'implicazione di questa scoperta è che la mente pertanto è non locale, ossia è al di là dello spazio e del tempo. Come aveva già teorizzato il fisico David Bohm, esiste un piano invisibile che influenza in maniera da non manifestare la nostra realtà. per dirla con le parole di Hiley: "Dobbiamo essere preparati a considerare nuove visioni della realtà". Il neuro fisiologo statunitense Karl Pribram ha sviluppato una teoria olografica della mente umana secondo la quale il cervello decodifica tutte le frequenze che provengono dall'universo mentre la vera mente non sarebbe collocata nel cervello, ma in una specie di matrix, risiedente in un regno al di là del tempo e dello spazio. Quindi le memorie non risiedono nei neuroni e nemmeno nel cervello. Pertanto il cervello sarebbe solo un tramite per ottenere informazione proveniente da altrove e in particolare da una zona che si trova al di là del tempo e dello spazio, capace di ricevere e trasmettere informazione in maniera non locale. Nel 1991 Pribram propose che le immagini percettive che riceviamo sono rappresentate da un "ologramma neurale" creato da un meccanismo non locale di risonanza che avrebbe luogo nei dendriti neurali. "Considerate assieme, le teorie di Bohm e Pribram forniscono un modo profondamente nuovo di guardare il mondo: i nostri cervelli costruiscono matematicamente la realtà obiettiva interpretando le frequenze le quali non sono altro che proiezioni da un'altra dimensione, un ordine più profondo dell'esistenza che risiede oltre lo spazio e il tempo. "Il cervello è un ologramma avviluppato in un universo olografico" (Talbot Michael) Se la concretezza che percepiamo del mondo è solo una realtà secondaria, mentre la realtà primaria, quella da cui proviene l'informazione, è solo una rappresentazione di frequenze ed onde elettromagnetiche, e se il cervello è anch'esso un ologramma che seleziona solo una parte di queste frequenze allora la "realtà obiettiva" cessa di esistere perchè alla fine la realtà materiale è solo un'illusione o una realtà virtuale creata da un mondo astratto. Noi vivremmo in una specie di matrix. "L'universo comincia ad assomigliare sempre più ad un grande pensiero, piuttosto che ad una grande macchina". (James Jeans) La cosa più sconvolgente è che, ragionando in termini strettamente rigorosi e mettendo insieme la fisica quantistica con la neurobiologia, Penrose e Hameroff ci dicono che l'origine della coscienza non è nel cervello, ma in un "mondo assoluto" come la schiuma quantistica sulla scala di Planck. Non ci sono arrivati facendo speculazioni astratte ma semplicemente analizzando le funzioni specifiche del cervello riuscendo a trovare una caratteristica strutturale - il microtubulo - che trasforma il cervello in una centralina in grado di connettersi con un'altra dimensione, in cui risiede la coscienza. Queste sono le conclusioni che si possono trarre da tali studi:
2) Quindi il nostro senso di identità e il ricordo di tutta la nostra vita NON sono situati nel cervello.
3) Il cervello è solo un trasduttore di segnali provenienti da un'altra dimensione.
4) Quindi quando noi moriamo, non cessa la notra esistenza, perchè essa NON è nel cervello fisico.
Questo spiega le esperienze di pre morte, ossia le esperienze in cui persone clinicamente morte riportate in vita asseriscono di aver visto quello che stavano facendo i medici ai loro corpi, anche se i loro occhi erano chiusi e il cervello morto. Quella che noi percepiamo come realtà, in verità sembra essere più un grande sogno, prodotto dalla mente. Ti è mai capitato di fare un sogno così reale da sembrare vero? E se da un sogno così non riuscissi più a risvegliarti? (dal film Matrix) "La caratteristica principale dei sogni è che non riesci a ricordare come ci sei capitato dentro e cosa stavi facendo prima". (dal film Inception) C'è qualcuno di voi che ricorda come è capitato in questa vita e cosa stava facendo prima?
Jeffrey Satinover
- Il cervello quantico -

Nessun commento:
Posta un commento